domenica 7 settembre 2008

Il caso Cetraro (Dossier): cronaca di un fatto inspiegabile

Stiamo ai fatti ed ai documenti ufficiali.
Il Caso Ospedale di Cetraro nasce con la delibera 2838 del 14 luglio 2008, emanata dal DG dell’ASP di Cosenza, Franco Petramala.
In quel momento Cetraro si accorge che, mentre il PSR individua nel suo presidio ospedaliero “l’ospedale di riferimento”, la predetta delibera del DG dell’ASP di Cosenza amputa l’Ospedale di Cetraro dell’importantissimo e glorioso Reparto di Ortopedia, ponendo in essere altri accorpamenti che, di fatto, pongono le basi per il suo smantellamento. Un fatto assurdo!
Facciamo qualche passo indietro.
L’ex Ass. regionale alla Sanità della Giunta Loiero, Doris Lo Moro, dopo approfondite analisi sul campo, appronta il Piano Sanitario Regionale 2007-2009 (di seguito PSR Lo Moro). Esso viene approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 694 del 09/11/2007 ed approda nella III Commissione (Sanità) del Consiglio Regionale come proposta di legge n. 254/08 ed è tutt’ora in attesa di essere approvato dall’Assemblea regionale, dopo eventuali ma non sostanziali modifiche. Infatti è logico che il PSR elaborato dall’Assessore competente ed approvato dalla Giunta regionale venga approvato anche dal Consiglio regionale senza grossi stravolgimenti.
Il PSR Lo Moro contiene un criterio di razionalizzazione chiaro delle strutture sanitarie esistenti nella Regione, che consiste nella individuazione di 11 ospedali cosiddetti “di riferimento”. Tale criterio viene enucleato ponderando su una serie di dati oggettivi (posizione dei presidi, capacità degli stessi, allocazione dei DEA, cioè i dipartimenti di emergenza, ove è altresì presente la Rianimazione, ecc.). La razionalizzazione viene effettuata sulla base della divisione del territorio regionale in 11 aree, corrispondenti a quelle che, fino alla L.R. 11 maggio 2007 n. 9 (Legge di bilancio regionale 2007), erano le 11 ASL della regione, attualmente accorpate in 5 ASP (Aziende Sanitarie Provinciali), corrispondenti appunto ai territori delle 5 provincie calabresi.
Nel PSR Lo Moro, dunque, Cetraro viene indicato come “ospedale di riferimento”, cioè come quella struttura che, nell’area del Tirreno cosentino, deve fungere da fulcro dell’offerta sanitaria.
Tale PSR viene valutato positivamente anche nella Relazione della Commissione Riccio-Serra, istituita con Decreto del Ministro della Salute (On. Livia Turco) il 21 dicembre 2007, al fine di indagare sulla disastrata realtà sanitaria calabrese. La predetta Relazione (datata 14 aprile 2008) ritiene valido l’impianto del PSR Lo Moro anche se, nel frattempo, per ragioni essenzialmente di bilancio, la Regione Calabria ha proceduto ad accorpare le 11 ASL in 5 ASP.
Mentre in III Commissione si discute o si dovrebbe discutere della approvazione del PSR Lo Moro, senza variazioni rilevanti, inizia un vero e proprio assalto contro questo PSR.
L’assalto oltretutto viene condotto in maniera occulta in sede politica e viene altresì anticipato attraverso atti e provvedimenti amministrativi adottati dai DG, come la delibera 2838 dimostra.
Ed, in effetti, Cetraro è vittima di questo assalto. Infatti la delibera 2838 del 14 luglio 2008 del DG dell’ASP di Cosenza Petramala, nell’effettuare una “Riorganizzazione urgente dei presidi ospedalieri”, spoglia l’Ospedale di Cetraro del Reparto di Ortopedia, accorpandolo all’omologo reparto presso l’ospedale di Paola; inoltre accorpa, all’interno dello stesso ospedale di Cetraro, i due reparti di Urologia e di Chirurgia.
Tale provvedimento, peraltro emesso in non meglio specificate condizioni di necessità e di urgenza ed in via temporanea, pone in essere non un mero atto di gestione, ma attua piuttosto un indirizzo politico, che non è nei poteri di un DG, ma spetta al Consiglio Regionale stabilire attraverso l’approvazione del PSR. Il DG Petramala ha così esautorato le prerogative politiche del Consiglio Regionale, probabilmente con l’avallo della politica regionale, di solito molto gelosa delle sue prerogative.
Fa riflettere anche il fatto che nessun esponente politico di nessun colore abbia pubblicamente preso posizione contro simili delibere. Nessun consigliere regionale di maggioranza ha difeso il PSR Lo Moro, spingendo per la sua approvazione così com’è. Nessun consigliere di opposizione ha cavalcato le proteste contro le delibere dei DG. Tutto ciò lascia pensare che ai DG sia stata data dai politici una sorta di “licenza di uccidere”. Il “lavoro sporco” lo fanno i DG, di concerto con la politica regionale; così la gente se la prende con i DG, mentre i politici dicono di non c’entrar nulla e possono andare nelle piazze a giustificarsi e a placare gli animi, ove necessario.
Il provvedimento del DG Petramala è sbagliato nel metodo e nel merito e non è affatto detto che, quanto meno sul Tirreno cosentino, realizzi dei risparmi di spesa.
Il metodo è sbagliato perché, dalla sera alla mattina, senza interpellare nessuno, quando ancora è in discussione il PSR Lo Moro, pone in essere atti di indirizzo politico, perché tali sono gli accorpamenti, le razionalizzazioni e le riorganizzazioni. E’ un metodo che contrasta anche con le indicazioni provenienti dalla Relazione Riccio-Serra. Tanto più che quella relazione riscontrava, in taluni curricula dei DG in carica, la mancanza dei requisiti di legge per ricoprire la carica; sicchè ogni loro provvedimento è, prima ancora che illegittimo, anche inopportuno.
Nel merito è altrettanto sbagliato perché genera disservizi gravi, contro i quali molti utenti hanno presentato numerose denuncie presso Carabinieri e Polizia di Stato. Per non parlare del fatto che la cosiddetta razionalizzazione della sanità sul territorio non tocca affatto le strutture private convenzionate, ed anzi circolano voci su futuri nuovi accreditamenti.

L'intero Dossier composto da 64 pagine con documenti originali in fotocopia è disponibile presso questo Comitato, chiunque voglia visionarlo può farne richiesta su questo Post lasciando la propria mail.

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