venerdì 12 settembre 2008

COMUNICATI E RELAZIONI DEL COMITATO

Il Comitato civico “Nino De Caro”: azioni di protesta e di resistenza civile.

All’indomani della famigerata delibera 2838 del 14 luglio 2008 del DG dell’ASP di Cosenza, nasce a Cetraro il Comitato civico “Nino De Caro”, che si prefigge due obiettivi: la revoca della delibera in questione e l’approvazione del PSR Lo Moro, senza alcuna modifica sul ruolo dell’Ospedale di Cetraro quale “ospedale di riferimento”.
I soci del Comitato designano l’Avv. Eugenio Artusa come presidente dello stesso. Il 25 luglio 2008 i soci del Comitato partecipano ad una manifestazione pubblica sul piazzale dell’ospedale di Cetraro, indetta dall’Amministrazione Comunale. In quella occasione il Presidente Artusa annuncia, davanti ad almeno 150 persone, la costituzione del Comitato nonché, dietro mandato del Comune di Cetraro, la presentazione di un ricorso al TAR di Catanzaro contro la delibera. In pari data i soci del Comitato si autoconvocano nello stesso luogo alle ore 8:30, dopo una settimana.
Il 31 luglio 2008, dopo una discussione tra i soci del Comitato presenti, alcuni di loro decidono di porre in essere un’azione eclatante. Pertanto si incatenano davanti al piazzale, proclamando altresì lo sciopero della fame.
Purtroppo questa forma di protesta viene ignorata non solo dal DG dell’ASP di Cosenza, che non si premura affatto di sentire le ragioni dei manifestanti, ma soprattutto dai mezzi di informazione e segnatamente dal TGR Calabria: la protesta viene, di fatto ed inspiegabilmente, oscurata.
Il 1 agosto 2008 alle ore 11:30 il cappellano dell’ospedale, Mons. Ermanno Raimondo, celebra una messa sul piazzale dell’ospedale, davanti ai manifestanti incatenati e ad un pubblico di almeno 250 persone, pronunciando una severa ed accorata omelia contro la disgraziata delibera del DG Petramala.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, due dei manifestanti incatenati sono costretti dai medici del Pronto Soccorso a lasciare i propri compagni di lotta, perché non più in grado di sostenere gli stenti.
Viste le condizioni di salute dei manifestanti e dati alcuni segnali di disponibilità al dialogo da parte di forze politiche ed esponenti politici, il Presidente del Consiglio Comunale di Cetraro, Prof. Rudi Angilica, si reca sul piazzale dell’ospedale intorno alle ore 12:00 del 2 agosto 2008 per proporre ai manifestanti di sospendere la dura forma di lotta intrapresa, per percorrere insieme al Comune di Cetraro “una via istituzionale”. Per il 6 agosto 2008 viene convocato un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza in Piazza del Popolo a Cetraro, anche alla presenza di esponenti politici regionali, per discutere del PSR e del ruolo dell’ospedale di Cetraro.
Il Comitato, dopo una riunione seduta stante, accetta la proposta, esplicitandone le ragioni in un comunicato.
Il Comitato distribuisce 2000 volantini tra la cittadinanza, gira per le strade della città ad invitare tutti a partecipare al Consiglio Comunale, raccoglie firme a sostegno della protesta.
Il 6 agosto 2008 in Piazza del Popolo a Cetraro partecipano al Consiglio Comunale almeno 1000 persone. Alla presenza di un nutrito gruppo di esponenti politici regionali e provinciali, il Comitato pone i suoi interrogativi ed espone le proprie argomentazioni.
Il Consiglio Comunale approva un documento, ribadendo le stesse richieste del Comitato.
Dal Consiglio Comunale emerge una disponibilità da parte degli esponenti politici intervenuti a discutere le richieste del Comitato e dell’Amministrazione già a partire dalla metà di agosto, atteso che si vorrebbe approvare il PSR alla fine di settembre 2008.
In attesa di essere convocato, il Comitato continua a tenere desta l’attenzione sul problema, attraverso varie iniziative di propaganda, che vanno dagli articoli sulla stampa, ai comunicati, ai manifesti, ai sit in vari punti della città.

COMUNICATO

Oggi 2 agosto 2008, alle ore 12:00 circa, presso il piazzale dell’Ospedale di Cetraro, dove era in corso dalle ore 9:00 del 31 luglio una protesta da parte di alcuni membri del comitato civico “Nino De Caro”, i quali avevano ritenuto di incatenarsi e mettere in atto uno sciopero della fame, è avvenuto un incontro tra il Presidente del Consiglio Comunale di Cetraro Rudy Angilica, accompagnato da altri membri della Giunta e del Consiglio Comunale, e i manifestanti, sostenuti da molti membri del Comitato civico, alla presenza anche del cappellano Don Ermanno Raimondo.
A nome del Consiglio Comunale, che invero non aveva fatto mancare sin da subito il sostegno all’iniziativa, il Presidente ha manifestato la preoccupazione dell’istituzione comunale in primis per la salute dei manifestanti e nel contempo, facendosi istituzionalmente carico della protesta, ha inteso proporre ai manifestanti e all’intero Comitato civico una soluzione istituzionale.
Per mercoledì 6 agosto sarà indetto un Consiglio Comunale aperto, in Piazza del Popolo, al quale saranno presenti, dietro preciso impegno delle forze politiche locali, anche Consiglieri Regionali ed esponenti politici provinciali e regionali. Lo stesso Consiglio sarà un’occasione per tentare di fare chiarezza e, soprattutto, per portare avanti la giusta lotta del Comitato e della cittadinanza tutta di Cetraro. Nel proporre tale via istituzionale e registrando il fatto che la dura forma di lotta intrapresa ha già iniziato a pregiudicare la salute di due dei manifestanti, costretti a ritirarsi ieri pomeriggio anche dietro ordine dei medici del Pronto Soccorso, il Presidente ha chiesto però ai manifestanti di sospendere questa forma di lotta.
I manifestanti e gli altri membri del Comitato presenti, riunitisi seduta stante per valutare la proposta, hanno accolto la stessa, esplicitando una serie di valutazioni.
Prima dell’inizio di questa eclatante forma di protesta, il Comitato aveva registrato un assordante silenzio ed una generale apatia.
Di qui l’idea di promuovere un’iniziativa forte, maturata spontaneamente in seno al Comitato la mattina del 31 luglio davanti all’ospedale.
Dacchè alcuni membri dello stesso si sono incatenati ed hanno proclamato lo sciopero della fame ha iniziato a dischiudersi, lentamente ma in modo palpabile, la nebbia di silenzio ed apatia.
L’iniziale congiura del silenzio dei mezzi di informazione, specie (duole dirlo) della televisione di stato sulla protesta si è rotta ed, anche se solo sui giornali, si è dato finalmente voce alla stessa.
Le timidezze dell’organizzazione dei medici e dei sindacati di categoria dei lavoratori ospedalieri sono finalmente venute meno anch’esse, dacchè i primi hanno stilato un documento per esprimere solidarietà a i manifestanti ed i secondi hanno indetto lo stato di agitazione.
Il sindaco, l’amministrazione comunale, il consiglio comunale, le forze politiche locali e provinciali hanno via via espresso apprezzamento e sostegno.
Durante i giorni della protesta centinaia di cittadini hanno apposto la propria firma a sostegno della lotta, presso un banchetto allestito senza alcuna iniziale pretesa di fianco ai manifestanti.
Nei giorni e nelle notti di permanenza in catene molte persone hanno fatto loro visita e sono rimasti a far loro compagnia anche per ore, manifestando con la presenza più che con le parole la propria vicinanza umana.
Ancora risuonano nel piazzale dell’Ospedale e nelle orecchie dei tantissimi cittadini presenti le parole severe ed accorate di Don Ermanno Raimondo, cappellano dell’Ospedale, che ha celebrato una partecipatissima messa a sostegno di quella che ha definito una protesta giusta contro un atto dispotico, arrogante, privo di logica e di rispetto per la dignità della persona, dei malati, degli operatori e dei cittadini tutti.
Per tutte queste ragioni, il Comitato ha valutato positivamente i segnali che si sono via via registrati e, anche per non esporre la salute dei manifestanti ad ulteriori pregiudizi, ha inteso accettare la proposta di percorrere la via istituzionale indicata dal Presidente Angilica a nome dell’intero Consiglio Comunale, riservandosi tuttavia di valutare in totale autonomia i successivi sviluppi e di intraprendere, da solo o con quanti vorranno starci, anche altre iniziative e forme di lotta.
Il Comitato, infine, invita la cittadinanza ad essere protagonista di questa battaglia per la salute dei cittadini e dà appuntamento a tutti, singoli, forze politiche e sociali, associazioni e quanti condividono la lotta ai prossimi incontri ed alle prossime manifestazioni che verranno intraprese.
Comitato Civico “Nino De Caro”

COMUNICATO

Questa sera, giovedì 7 agosto 2008, ore 18:00 circa, si è riunito il Comitato civico “Nino De Caro”, per fare subito un’analisi della situazione a seguito della grande manifestazione di piazza di ieri.
Il Comitato esprime viva soddisfazione per la grande partecipazione popolare (circa 1000 persone): è davvero raro vedere piazze così affollate nelle torride sere di agosto, in pieno periodo di ferie. La Piazza del Popolo di Cetraro era gremita come non si vedeva da molti anni, segno tangibile della condivisione con l’intera Comunità cittadina di una lotta giusta intrapresa dal Comitato.
Esprime altresì apprezzamento per la presenza ieri sulla stessa piazza di tanti rappresentanti politici ed istituzionali: l’On. Deputato Occhiuto (UDC), i coniglieri regionali Trematerra e Chiappetta (UDC), Morelli (PDL), Incarnato (PSI) Ass. LL.PP. e Adamo (PD) relatore della III Commissione regionale sulla sanità, nonché il consigliere provinciale Corbelli del movimento Diritti Civili e l’Ass. provinciale alla Cultura Covello. Ringrazia altresì l’Ass. all’Agricoltura Pirillo, impegnato in altra sede, per aver voluto comunque incontrare il Comitato e l’Amministrazione comunale nella mattinata di ieri.
Nella serata di ieri il Comitato “Nino De Caro” ha posto due obiettivi: il primo è la revoca della delibera 2838 del 14 luglio 2008 e di tutti i conseguenti atti esecutivi; il secondo è la ratifica da parte del Consiglio regionale di quel piano sanitario già approvato in Giunta regionale e che vede nella struttura ospedaliera di Cetraro l’ospedale di riferimento.
Con riferimento al primo obiettivo, il Comitato si ritiene insoddisfatto della risposta data e pertanto conferma la volontà di presentare l’annunciato ricorso al TAR, cui sta già lavorando il presidente del Comitato stesso, Avv. Eugenio Artusa, dietro mandato dell’Amministrazione comunale.
Quanto al secondo obiettivo, il Comitato ha registrato una disponibilità dei consiglieri regionali intervenuti ed, in particolare, del relatore della III Commissione On. Nicola Adamo a discutere a breve la nostra richiesta in sede di redazione del piano sanitario regionale, che lo stesso auspica di poter approvare entro la fine di settembre.
Pur considerando positivamente i risultati sin qui ottenuti grazie alle azioni di protesta intraprese ed alla straordinaria mobilitazione popolare, il Comitato ritiene che si debba continuare a tenere alta la guardia su queste problematiche ed invita ancora tutti, cittadinanza ed istituzioni, forze politiche e sociali, a fare la propria parte in questa battaglia, che è appena iniziata.
Il Comitato civico “Nino De Caro”

COMUNICATO

Anche a seguito dei numerosi articoli apparsi sulla stampa locale, che ne hanno talvolta equivocato la linea, il Comitato civico “Nino De Caro” di Cetraro intende ribadire le proprie posizioni.
Sin dalla sua costituzione il Comitato ha perseguito e persegue, senza tentennamenti ed ambiguità di sorta e con il pieno appoggio dell’istituzione comunale e della cittadinanza tutta, due obiettivi: la revoca della delibera 2838 del 14/07/2008 del DG dell’ASP di Cosenza e l’approvazione della proposta di legge 254/08 contenente il PSR, così per come già approvato dalla Giunta regionale.
Con gli altri comitati civici, sorti a difesa delle strutture ospedaliere pubbliche, il Comitato di Cetraro condivide la convinzione che sul Tirreno cosentino la sanità privata abbia un ruolo esorbitante, condanna ogni ipotesi di nuovi accreditamenti e crede che l’offerta sanitaria debba avere il proprio baricentro nelle strutture pubbliche.
Con riferimento a proposte alternative rispetto al disegno di PSR oggi in discussione in seno alla III Commissione dell’Assemblea regionale, il Comitato “Nino De Caro” è aperto al dialogo e al confronto su ipotesi serie e ponderate, che siano rese note e conoscibili, che possano essere discusse e approfondite in modo da garantire la partecipazione ed la scelta consapevole, sempre nell’interesse dei cittadini del Tirreno cosentino, per tutelare al meglio il loro diritto alla salute e rispondere in modo adeguato ai loro bisogni.
Cetraro lì, 08/09/2008
Il Comitato civico “Nino De Caro” di Cetraro

COMUNICATO

Continuano le iniziative del Comitato “Nino De Caro” per la salvaguardia dell’integrità dell’Ospedale di Cetraro.

Il movimento di protesta popolare che ha investito tutta la cittadina a seguito delle iniziative dell’azienda sanitaria provinciale, che ha chiuso il reparto di ortopedia, trae origine, oltre che dal grave disagio venutosi a determinare, dall’irrazionalità del provvedimento, che contrasta con il vigente piano sanitario regionale e con tutte le conseguenti iniziative di attuazione, nonché con il progetto di nuovo P.S.R. in corso di approvazione da parte del Consiglio regionale.

Pertanto, oltre alle iniziative di reazione al provvedimento, ritenuto illegittimo e quindi impugnato dinanzi al TAR della Calabria, il Comitato civico, agendo unitamente con l’Amministrazione comunale, ha avviato una serie di azioni a tutela della sanità sul territorio.

Dopo il consiglio comunale aperto tenutosi nella piazza di Cetraro il 6 agosto scorso con il coinvolgimento dei rappresentati della regione e di esponenti delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, il Comitato civico sta organizzando ulteriori iniziative che verranno attuate nei prossimi giorni.

In particolare ha deciso di seguire i lavori del Consiglio Regionale per informarsi e tenere informati i cittadini sulla direzione in cui si evolvono le linee di politica sanitaria che interesseranno il nostro territorio e soprattutto l’Ospedale di Cetraro.

Per questo un gruppo di lavoro sta monitorando tutti i passaggi che si registrano durante i lavori della 3ª Commissione Regionale che sta esaminando il disegno di legge di P.S.R. a suo tempo predisposto dall’assessore regionale on. Lo Moro e che dovrà approdare al Consiglio stesso per il voto finale.

Nell’ambito di tale impegno il Sindaco di Cetraro ed il Comitato civico hanno promosso un incontro con i principali protagonisti della Regione che stanno portando avanti i lavori preparatori per l’approvazione del P.S.R.

Il 19 settembre, l’Amministrazione Comunale con la presenza dei capi gruppo consiliari e di una delegazione del Comitato civico si è incontrata con il Presidente della 3ª commissione regionale, On. Pietro Giamborino e con il relatore al Consiglio Regionale sulla proposta di piano, On. Nicola Adamo.

I rappresentanti della Regione hanno ribadito la volontà dell’intero Consiglio Regionale (maggioranza ed opposizione) di procedere, entro il mese di ottobre, all’approvazione del P.S.R. sia per l’obbiettiva esigenza di dare certezze in un campo così delicato quale quello della salute dei cittadini, sia per la necessità di razionalizzare il servizio sanitario nella regione a fronte della grave situazione che lo espone a pericoli di commissariamento.

Inoltre, hanno confermato che resta valido l’impianto del disegno di legge Lo Moro approvato dalla Giunta regionale anche se sono state rappresentate le obiettive difficoltà, ancora non del tutto risolte, di individuare il metodo più idoneo per consentire successivamente una concreta attuazione delle indicazioni di piano.

Il Comitato ha confermato la propria posizione evidenziando come la situazione del presidio ospedaliero di Cetraro ha trovato negli anni il suo assestamento nell’ambito dei provvedimenti regionali di programmazione e che all’interno di tali provvedimenti attualmente vigenti e di quelli che verranno successivamente emanati deve trovare la sua organizzazione senza che provvedimenti estemporanei ed in contrasto con la normativa di riferimento ( quale la delibera del Direttore dell’azienda sanitaria provinciale) stravolgano la situazione di fatto creando grave allarme sociale.

Sia l’Amministrazione comunale che il Comitato hanno ritenuto interlocutorio l’incontro con i rappresentanti regionali e, nell’apprezzare e ringraziare per la loro disponibilità, hanno richiesto di avere ulteriori incontri man mano che i lavori di esame del P.S.R. procedano verso la definizione del testo finale.

Cetraro lì 20 settembre 2008

COMUNICATO

Il Comitato civico “Nino De Caro” e la città di Cetraro ringraziano il TG5, nella persona del Dr. Pamparana, per aver dato voce alla protesta e alle ragioni dei cittadini, da altri ignorate.

E ringraziano il Presidente Loiero per aver risposto agli interrogativi in maniera chiara, utilizzando parole inequivocabili tanto rispetto alla volontà di vedere approvato dall’Assemblea regionale il PSR già approvato in Giunta, quanto rispetto al ruolo che il presidio ospedaliero di Cetraro deve assumere per tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini del Tirreno cosentino.

Prendiamo atto con soddisfazione che la volontà politica del Governo regionale, già manifestatasi limpidamente con l’approvazione da parte della Giunta del PSR 2007-2009, è quella di far approvare in Consiglio regionale la proposta di legge 254/08 e, conseguentemente, di fare del P.O. di Cetraro l’ospedale di riferimento di quest’area.

Le parole inequivoche del Presidente della Regione hanno finalmente chiarito che il criterio dell’ospedale di riferimento è, e resta il criterio di razionalizzazione adottato per mettere ordine nella sanità calabrese nell’interesse dei cittadini, spazzando via ogni altra ipotesi, pure ventilata nei mesi scorsi, foriera di confusione, pericolosa per la salute degli utenti e rispondente a logiche assai lontane dalla razionalizzazione.

Crediamo (e non da oggi) che il PSR licenziato dalla Giunta regionale costituisca la cura giusta per i mali della sanità calabrese, in questo confortati dal giudizio autorevole ed imparziale di organismi come la Commissione Riccio-Serra e riteniamo che il Consiglio regionale scriverà una pagina importante nella storia di questa regione approvando la proposta di legge 254/08, senza stravolgimenti.

Salutiamo con favore il fatto che la politica regionale si riappropri del suo ruolo di indirizzo politico, che taluni Direttori Generali delle ASP si sono arrogati nei mesi scorsi, emanando delibere e provvedimenti che non rispondono affatto a logiche manageriali e che costituiscono piuttosto esercizio di un potere di cui non è dato sapere lo scopo.

Pensiamo che, se è vera la premessa da cui il Presidente Loiero ha dichiarato di partire, è logico attendersi a breve anche atti e provvedimenti dirigenziali che siano coerenti con quella premessa e restiamo pertanto in attesa che alle importanti affermazioni di principio del Presidente della regione seguano i fatti.

Riteniamo infine, ma non da ultimo, che nel mentre si discute e si cerca di attuare, giustamente, una razionalizzazione della rete ospedaliera pubblica, sarebbe anche ora di porre mano alla razionalizzazione della rete delle cliniche private convenzionate, perchè sono pagate comunque con i soldi dei contribuenti.

Cetraro 15-10-2008

Comunicato stampa del 26 ottobre 2008

Il Comitato “Nino De Caro” esprime tutta la sua più grande soddisfazione per l’ordinanza TAR, che ha sospeso l’efficacia della delibera del DG Petramala nella parte relativa all’accorpamento del Reparto di Ortopedia del P.O. di Cetraro all’ospedale di Paola. Una sentenza il cui valore e significato va ben al di là del risultato stesso e che premia le lotte, i sacrifici e le iniziative che il Comitato, insieme all’Amministrazione e ai cittadini di Cetraro, ha in questi mesi portato avanti. Ciò che il Comitato e le comunità locali hanno sempre chiesto con forza è stato il diritto all’ascolto e al confronto serio sul merito, ma anche sul metodo delle scelte adottate. Una richiesta fondata sul convincimento che decidere e programmare sia un dovere dell’Azienda, ma che non lo si può fare fuori dalle regole; la strada della democrazia è una strada impervia e stretta, ma resta l’unica percorribile e quella su cui poi si misura la capacità vera del menagement, in special modo quando si ricerca l’efficienza non nel produrre merci a buon costo, ma diritti per la gente, come il diritto alla salute. La speranza è, dunque, che questa ordinanza del TAR rappresenti per la Direzione Generale dell’ASP, e per qualche suo sprovveduto consigliere, un momento di riflessione in una fase in cui si sta cercando di costruire un futuro migliore per la sanità dei cittadini calabresi. E proprio a partire da questa riflessione , il Comitato “Nino De Caro” vuole ancora dire parole di chiarezza in merito alla questione della riorganizzazione della sanità sul territorio, nuovamente oggetto di discussione in questi giorni sulle pagine dei giornali. Ai molti Soloni che albergano in circoli, sezioni di partito e comitati vari non è ben chiaro cosa si debba intendere per “ospedale di riferimento”, concetto peraltro ben specificato nel PSR approvato in Giunta regionale nella allegata Tabella A alle pagine 79 e 90. Costoro pertanto si lasciano andare alle più fantasiose formule retoriche, che mascherano, queste sì ,lo sforzo di tutelare gli interessi locali e non quelli dei cittadini, di tutti i cittadini del Tirreno cosentino. Allora si tenta di precisare una volta per tutte. Il contrassegno del “riferimento” stabilisce quale presidio deve allocare, insieme ad altri reparti e servizi, soprattutto il Dipartimento d’emergenza di I livello. Un lungo percorso normativo, non certo i comitati cittadini, ha già definito cosa sia un dipartimento d’emergenza, come va strutturato, quali siano i reparti e i servizi in esso da allocare (chirurgia, medicina, terapia intensiva coronarica, rianimazione, ortopedia e traumatologia , TC ed RMN etc), ha inoltre stabilito la necessità di una guardia attiva di 24 h su ogni unità e soprattutto la necessità di allocare tutte le unità operative in un unico stabilimento; questo per un motivo che appare ovvio anche al più sprovveduto dei cittadini, ovvero tutelare al meglio la loro salute nel momento più critico, e cioè nell’emergenza-urgenza, quando la risposta sanitaria deve essere la più completa, unitaria e tempestiva possibile. A questi saggi retori che straparlano di “intrecci armonici e sinergici tra lo spazio che si interpone tra i due presidi (?)” vorremo chiedere se riterrebbero giusto che un paziente critico, giunto in un presidio per un’emergenza medica, a seguito di gravi e sopraggiunte complicanze chirurgiche, o magari perché si scopre che quell’emergenza è di tipo chirurgico e non medica, venga poi sballottato tra un presidio e l’altro, tra un eventuale “polo medico” e un eventuale “polo chirurgico” in attesa di andare incontro magari a morte certa; ci piacerebbe sapere cosa ne pensano di una sanità così organizzata, oltre che i segretari di partiti e comitati, anche i cittadini, ultimi destinatari e spesso vittime di questa malasanità. La verità che invece occorre dire ai cittadini è che un dipartimento d’emergenza e, dunque, un ospedale di riferimento non può essere replicato a 20 Km di distanza, questo sì che sarebbe uno spreco inaccettabile. Ma soprattutto non può essere diviso, disperso e parcellizzato su due stabilimenti distanti 20 Km l’uno dall’altro, perché non lo consente la legge, ma soprattutto la ragione e il buon senso. Formule come “ospedali riuniti e di riferimento” vanno bene per un uso politico e per cavalcare spinte localistiche, checché se ne dica, ma non fanno certo il bene dei cittadini. Per queste ragioni la posizione sostenuta dal Comitato “Nino De Caro” parte dalla convinzione che è nell’interesse di tutti salvaguardare la funzione per acuti dei presidi ospedalieri pubblici, all’interno di una organizzazione in rete delle strutture, ma assegnando ad una soltanto la funzione di “ospedale di riferimento”, così come il Piano Sanitario Regionale approvato dalla Giunta prevede, ripensando anche nell’assegnazione dei posti letto la presenza del settore privato sul territorio, non certo per penalizzarlo, ma per ripristinare un giusto equilibrio. Per questo obiettivo continuerà il suo impegno con generosità, così come finora ha sempre fatto, nell’interesse di tutti i cittadini del Tirreno cosentino.



Conclusioni e Domande finali

Allo stato attuale della protesta ed in attesa di nuovi sviluppi, restano ancora molti dubbi ed interrogativi cui non è stata data risposta.
Il PSR Lo Moro, dove è scritto chiaro e tondo che il presidio di Cetraro è “ospedale di riferimento”, giace in III Commissione e non si capisce bene se e quando verrà approvato, se verrà approvato così com’è e, se no, quali saranno le modifiche apportate. Se è vero che si vuole adesso approvarlo in tutta fretta entro la fine di settembre, quale piano verrà approvato? Che fine farà la designazione dell’Ospedale di Cetraro come “ospedale di riferimento”, con tutto ciò che ne consegue? Chi e perché vuole che venga mortificata la struttura di Cetraro, oggettivamente la più idonea a fungere da fulcro della sanità sul Tirreno cosentino, contro ogni logica e contro il diritto alla salute degli utenti di tutta l’area?
Intanto la delibera 2838 del DG Petramala ha proceduto a scorporare dal presidio di Cetraro il Reparto di Ortopedia e ad accorpare i reparti di Urologia e Chirurgia, provocando un oggettivo declassamento dell’offerta sanitaria del presidio medesimo, oltre che un grave disservizio all’utenza. Utenza che viene altresì pregiudicata dall’accorpamento a Cetraro dei reparti di Ostetricia e Ginecologia dei nosocomi di Paola e Praia a mare, misura che ha creato e continua a creare quotidianamente caos e disservizi a tante gestanti. Si possono qualificare misure così incisive come meri “atti di gestione”? O non sono piuttosto atti di indirizzo politico, che si addicono piuttosto alle previsioni del Piano Sanitario?
Mentre si mettono i DG mettono le mani sulle strutture ospedaliere pubbliche, non si curano affatto di quelle private convenzionate. Nessun DG si occupa, ad esempio, di accertare i requisiti dell’accreditamento. La sanità privata convenzionata, che secondo il PSR Lo Moro dovrebbe avere un ruolo “complementare”, sembra assumere un ruolo trainante, nel senso che non sono le strutture private ad adeguarsi all’offerta sanitaria pubblica, bensì il contrario. Non è questo un assurdo rovesciamento della prospettiva? Se è vero che stanno per sorgere nuove cliniche private che vogliono l’accreditamento, come si concilia questo fatto con le razionalizzazioni della sanità calabrese e del Tirreno cosentino in particolare?
A questi e ad altri interrogativi, esplicitati o impliciti in questo dossier e nell’intera vicenda, il Comitato civico “Nino De Caro” auspica di poter dare presto una risposta.

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